Asilo Nido “Eureka” e Scuola dell’infanzia “Don Cirillo Pizio”: servizi educativi fondamentali a cui la comunità colognese non può permettersi di rinunciare. Subito un impegno più consistente dell’Amministrazione comunale, che invece scantona
Grande preoccupazione ha destato in noi la lettura della lettera aperta al Consiglio comunale a firma del Parroco e del Consiglio pastorale, inviata nel mese di luglio e pubblicata sul bollettino parrocchiale di settembre, lettera che noi consiglieri comunali di minoranza non abbiamo mai ricevuto dal Comune (nonostante fossimo in indirizzo!), alla quale non risulta sia ancora stato dato quel “riscontro scritto” esplicitamente richiesto da Mons. Emilio Zanoli in chiusura della missiva. Ancora una volta, invece di condividere un percorso per individuare soluzioni a vantaggio della nostra comunità nell’organismo preposto ad assumersi la responsabilità delle scelte politiche locali, cioè il Consiglio comunale, l’Amministrazione preferisce nascondere i problemi, illudendosi forse che questi si risolvano da soli.
Dalla lettera si evince che il grave disavanzo generato dalla gestione del servizio di asilo nido e di scuola dell’infanzia parrocchiale rischia di portare, se non sarà trovata un’adeguata soluzione, alla chiusura del nido e all’innalzamento delle rette della scuola materna.
La lettera del Parroco è un appello che possiamo leggere, oltre che come un disperato bisogno di aiuto, come un invito a creare una rete di comunità che sappia mettere in relazione necessità e risposte al di là dell’interlocutore istituzionale.
L’asilo nido Eureka è l’unica struttura del genere presente sul territorio capace di fornire un servizio integrato e continuativo: nascondere tale condizione (che basterebbe da sola per spingere un Sindaco avveduto verso un intervento di sostegno più consistente) è negare un’evidenza solo per disimpegnarsi.
Riteniamo che il tempo del disimpegno sia terminato perché l’intera collettività sente oggi più che mai il bisogno di risposte efficaci, sia in termini di servizi di qualità ad equo costo che in termini di lavoro, d’integrazione e dialogo tra Enti e tra individui.
È da questo dialogo trasparente negato dall’Amministrazione comunale che dobbiamo ripartire per ricucire il sistema delle relazioni dentro un nuovo patto sociale.
La Parrocchia fornisce servizi che il Comune non eroga, fornisce alternative che il Comune non contempla, fornisce lavoro, aiuto e supporto ad una comunità in crisi che il Comune vuole nascondere.
La Parrocchia, con i servizi da essa erogati, tra i quali non vogliamo dimenticare l’Oratorio e il Centro di primo ascolto della Caritas, merita un ruolo istituzionale perché da sempre, e in silenzio, svolge un delicato ruolo civico che abbiamo il dovere di riconoscere, anche economicamente.
Come gruppo di minoranza, faremo quanto nelle nostre possibilità per portare la problematica dentro il “palazzo”, nonostante ne siamo stati volontariamente esclusi, aprendo un tavolo di confronto politico con il fine di incrementare l’impegno, anche economico ma non solo, dell’Amministrazione comunale nei confronti della Parrocchia e, anche tramite questa, della comunità in crisi.